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Kenya- Il Mal d'Africa esiste

 

26 Luglio 2005

 

Finalmente dopo 8h di aereo arriviamo a Mombasa.

Subito ci rendiamo conto di essere catapultati in un altro mondo: l’ Africa. Il cielo è grigio, le donne invece coloratissime camminano sui bordi delle strade con dei grossi sacchi sulla testa, i bambini scalzi ci salutano, e dopo poco arriviamo alla nostra prima meta: Shanzu.

L’ albergo è abitato da bellissimi gatti e scimmie dispettose che rubano le zuccheriere dai tavoli e che ci rincorrono per tutto l’ albergo per essere immortalate in una foto ricordo. La spiaggia è bianchissima, circondata da grosse palme di cocco. Il benvenuto è stato molto caloroso, in particolar modo quello dei beach boys, ragazzi del posto che propongono escursioni e vendono i loro prodotti tipici (statuette di legno, sandali con perline, spezie…).

All’ alba del terzo giorno partiamo per il safari: il “Red Elephant”. Durata: 2 giorni.

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A bordo di un piccolo aereo zebrato da 8 posti atterriamo in una vasta distesa rossa. Dopo una breve sosta al “Crocodile Camp”(dove avremmo dormito la notte, davanti a degli inquietanti coccodrilli) ci portano con una gip allo “Tsavo East”, per lunghe ore viaggiamo all’ interno di questo immenso parco(grande come la Jamaica) incontrando ogni tipo di animale, dalle scimmie gialle, agli elefanti, alle splendide giraffe, coccodrilli, gazzelle, gnu, zebre, ippopotami, bufali, dik-dik fino ad arrivare a delle disarmanti leonesse, nel tutto il loro splendore ci girano intorno con un fare calmo ed elegante. E’ un’ esperienza davvero unica, vederli camminare tranquillamente nel loro ambiente naturale, circondati da una natura e dai colori più meravigliosi che abbia mai visto. Il giorno successivo ci riportano allo “Tsavo” e per finire ci fanno visitare il villaggio Masai. Uno di loro ci mostra le loro capanne fatte di fango e sterco di mucca, ci danno prova di come si accende il fuoco, ci raccontano la loro vita, e ballano la loro coinvolgente danza di benvenuto. I bambini della tribù sono emozionanti con i loro grandi occhi scuri, ma purtroppo dobbiamo salutarli.

Dopo qualche ora di viaggio arriviamo alla nostra seconda meta: Watamu.

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Il posto è incredibile. Il mare si mostra in tutta la sua bellezza con la alta e la bassa marea. Uscendo dall’ albergo subito ci vengono incontro molti ragazzi del posto, facciamo amicizia con uno di loro, Hussain, così ogni giorno andiamo insieme nel loro villaggio, dove puoi mangiare e comprare tutti i loro prodotti fatti a mano. Il villaggio è bellissimo ma la miseria che respiri è soffocante.

Merita assolutamente la visita a Malindi, il mercato della frutta  coloratissimo, una ragazza mi fa mangiare una pietra (nel vero senso della parola) che davano alle donne incinte contro la nausea. I banchi hanno ciabatte fatte con i copertoni delle macchine, valigie con i cofani e così via.

Visitiamo la fabbrica di legno, le rovine di Gedi, la spiaggia dorada e alcune moschee.

La sera a Malindi è molto pittoresco, nelle loro discoteche i ragazzi fanno ogni tipo di esibizione ed acrobazie.

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Passeggiando sulla spiaggia decido di farmi le treccine afro e così Esha dopo 2h di lavoro mi fa una testa da vera keniota!

Decidiamo di andare a fare snorkeling al Watamu Marine National Park a bordo di una simpatica “Ali baba”. Molti pesci colorati, zebrati, veramente belli.

Insieme ad altri ragazzi conosciuti andiamo a fare la”missione”, ci portano nei loro villaggi, nelle scuole dei bambini dove distribuiamo centinaia di biscotti, loro sono felicissimi e ci ringraziano cantando la loro stupenda canzone “Jambo”. Con grandi sorrisi ci salutiamo.

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Dopo tanto buon mare, giri per città e villaggi andiamo al Bio Ken Snake Farm, il più grosso rettilario del posto, dove ammiriamo tartarughe, piccoli coccodrilli e ovviamente i più pericolosi serpenti del mondo…come il  Black Mamba (Kill Bill). La guida che è la copia esatta di Morgan Freeman ci fa tenere in mano ogni tipo di serpente.

Insomma che dire, mare e spiagge bianchissime, cibo ottimo, colori incredibili, bambini emozionanti, animali disarmanti, un’ esperienza unica ed irripetibile.

 

Rientro a Milano 10/08/2005 e il Mal d’ Africa è già nei nostri cuori.

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