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Oman tra mare e deserto

 

Aprile 2016

 

Eccoci cataputati in un altro mondo, l'Oman, un paese tutto da scoprire, lasciando fuori ogni pregiudizio, perchè questo è un paese tranquillo, gli omaniti sono persone gentili ed eleganti, ancora non molto turistico, e questo lo rende ancora più affascinante.

Con mio marito siamo stati a Salalah, capitale della regione del Dhofar, nel Sud del Sultanato dell'Oman ad aprile, il clima era perfetto, sempre soleggiato, molto caldo (siamo sui 40 gradi) ma sempre ventilato, quindi è un mese che consiglio sia per la vita da spiaggia che per le escursioni.

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Veniamo a quello che ha reso questo viaggio una delle esperienze più belle della mia vita: la notte nel deserto. Il senso di libertà che si respira non ha eguali, ti trovi da sola su una duna di sabbia rossa nel mezzo del nulla, davanti ad un tramonto dai colori avvolgenti, nel silenzio più assoluto, l'unico suono che ti sfiora la mente è il vento che ti scompiglia i capelli, e tutto ha un altro significato, il senso di immensità, di vastità, di libertà che ti circonda in questa natura incontaminata è qualcosa di grande e magico. E' un'esperienza di vita, che consiglio di fare almeno una volta. Il deserto di cui vi sto parlando è l'Empty Quarter, e per arrivarci ci si diverte parecchio, le guide locali vi faranno provare l'ebrezza delle montagne russe tra le dune. Prima di arrivare nel deserto di Rub Al Khali, lungo questo stradone circondato solo da sabbia e qualche cartello stradale di attenzione dromedari, si passa nella città perduta di Ubar, nota come l'Atlantide del deserto, per arrivare poi al campo tendato nel villaggio di Hashman, una distesa immensa dove si trovano le tende con tanto di materasso appoggiato su grandi tappeti direttamente sulla sabbia. 
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Durante la notte il caldo si fa sentire,ma è sopportabile, se no si può dormire sulle sdraio come fanno le guide locali.

Dopo aver ammirato uno dei più suggestivi tramonti mai visti, ci si prepara per la cena locale a base di riso verdure e carne di dromedario, intorno al fuoco gli omaniti cantano e noi fumiamo il narghilè sotto le stelle di questo magico deserto. E' l'alba e noi ci arrampichiamo sulla duna più alta, siamo soli, perchè tutti dormono ancora, e lo spettacolo che ci si presenta è davvero magnifico. Siamo gli unici italiani, i nostri compagni di viaggio sono un gruppo di tedeschi insieme alle guide locali. Dopo aver bevuto il the omanita ci rimettiamo in viaggio, passando per Whadi Dawka, patrimonio dell'Unesco, definita il Fiume dell'incenso, gli alberi d'incenso sono tantissimi qui, fino all'allevamento di dromedari, sono a centinaia, non c'è niente di turistico per fortuna, nessuno ti fa salire su un dromedario come in Egitto, semplicemente si osserva la vita di questi allevatori, e dei loro simpatici animali.

Come preannunciato però l'Oman non è solo deserto ma anche mare.

Noi abbiamo soggiornato al “Salalah Rotana”, un Villaggio Bravo, non amo i villaggi ma generalmente sono sempre quelli posizionati meglio, nei luoghi più strategici. La struttura è molto bella, pulitissima, enorme ma accogliente perchè l'area Bravo è ristretta. L'hotel si affaccia direttamente su un'immensa spiaggia bianca, la sabbia è finissima, ci sono un po' di onde, ma è un bel mare, di certo non è il mare dei Caraibi, ma è suggestivo perchè si perde nei colori del deserto. Una spiaggia che merita davvero è quella di Al Fazayah. A bordo di una 4x4 insieme ad una guida locale abbiamo costeggiato il versante ovest della regione del Dhofar, fino ad arrivare alle splendide scogliere di Musgsahil, dove si trovano i blowholes, dei geyser formati dal mare. Costeggiando qeste immense scogliere a picco sul mare si attraversa la Zig Zag road, una strada che sembra tagliata sulla roccia, proprio a forma di zig zag, per arrivare alla selvaggia ed incontaminata spiaggia di Al Fazayah. La spiaggia è meravigliosa, la sabbia è bianca e fine, il mare è circondato da rocce imponenti, e intorno a noi il silenzio più assoluto, oltre a noi e al nostro piccolo gruppetto, non c'è nessuno. 

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Quello che più mi colpisce è che Salalah è ancora poco battuta dal turismo e quindi incontaminata. Vista dall'alto la scogliera di Musgsahil è da togliere il fiato, il mare blu ,bordato di sabbia bianca, circondato da un abbraccio di scogli neri e verdi, ha un contrasto di colori davvero incredibile. Sulla via di ritorno abbiamo visto diversi alberi di incenso.

Un'altra cosa che vi consiglio è affittarvi la macchina, come abbiamo fatto noi.

Le strade sono semplici da guidare, i cartelli però sono scritti in arabo, noi infatti abbiamo acquistato una sim telefonica, per pochi rial e l'abbiamo usata come navigatore inserendola nel telefono, la consiglio vivamente, perchè quando per fortuna a fine giornata, ci si è scaricato il telefono ci siamo persi per cercare il souk di Salalah che loro chiamano bazar! A saperlo, non sarei imazzita chiedendo a tutti i passanti dove fosse il souk! Quello che ti da la macchina, è la libertà di girare e perderti per un paese sconosciuto, dove i turisti sono pochissimi (per fortuna), puoi scegliere cosa vedere, quanto stare in un deteminato posto, avventurandoti in luoghi non battuti dalle escursioni organizzate. Questo è quello che amo di più in un viaggio, prendermi la libertà di perdermi ogni tanto, per me che sono un'amante dell'organizzazione, è un lusso che spesso mi concedo.

Siamo partiti con la visita del vecchio castello di Taqah, ex residenza ufficiale del governatore della regione, per arrivare a Mirbat, antica capitale, ci inoltriamo attraverso stretti vicoli di una città fantasma, tutto quello che vediamo sembra disabitato, in giro non c'è nessuno, se non qualche pescatore sulla riva del mare. Il castello di Mirbat si affaccia sul mare,dalle inferiate si vedono scorci di mare e di deserto, questo è quello che secondo me caratterizza questo paese, il sottile confine tra mare e deserto.All'interno di questo piccolo castello c'è poco e niente, ma arrampicandosi su una scala si arriva ad una vista molto bella. Al di fuori c'è il mausoleo di Bin Ali, esempio dell'architettura medievale. Pittoresco il villaggio dei pescatori, sempre a Mirbat, nel porto si incontrano i pescatori con le loro reti e grosse barche in legno. Mentre percorriamo il nostro viaggio incontriamo mucche e dromedari che attraversano la strada, così come se niente fosse. Meritano una visita le antiche rovine della vecchia città di Sumharam (KhorRohri), che è diventata patrimonio mondiale dell'Unesco. Salendo sul punto più alto delle rovine abbiamo visto dromedari, cammelli e fenicotteri che si abbeveravano davanti a noi, sempre nel silenzio più totale, c'eravamo solo noi e la natura. Continuando il nostro tour on the road ci imbattiamo nel Grand Canyon del Dhofar,una vallata ricca di alberi di incenso, che durante la stagione delle piogge diventa verdissima. Dopo esserci fermati in un piccolo bazar a comprare ottimi datteri e le Pringles al curry, arriviamo in città, alla Grande Moschea, Sultan Qaboos Mosque, mi affascinano le moschee con le porte in legno intagliate, gli enormi lampadari,le pareti di un bianco accecante. Parcheggiamo la macchina e iniziamo a girare a piedi, ci fermiamo al Salalah Gardens Mall, un grosso centro commerciale, per poi arrivare al mercato della frutta, della carne e del pesce, e finalmente (dopo esserci persi) all'antico Souq, dove abbiamo acquistato diversi cristalli di incenso, e ottimi datteri. Le donne al Souq hanno quasi tutte il burqa, ci guardano incuriosite, come gli uomini omaniti, lì il turismo di massa non è ancora approdato, per questo vi consiglio di vistare questo splendido paese prima che sia troppo tardi. Che dire, un viaggio da ricordare, che mi porterò sempre nel cuore, come la sabbia ambrata del mio amato deserto.

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